Io credo nella rinascita del nostro popolo

[..]

Eppure, nonostante queste preoccupazioni, le speranze non si sono spente nel mio animo, italiane e italiani.

Io credo nella rinascita del nostro popolo.
Credo che il nostro popolo conoscerà giorni più sereni di quelli di oggi.
Potrà avere lavoro ogni cittadino ed ogni famiglia potrà finalmente avere una casa.

Leggendo le statistiche, con mia sorpresa ho constatato che 300 mila coppie di sposi sono senza casa.
Questo è veramente una cosa grave, che non sia stato risolto questo problema, ad esempio, della casa.
Che non sia stato risolto durante il cosiddetto ”miracolo economico” è cosa che mi stupisce e, forse, anch’ io, siccome ho fatto parte della classe politica, della classe dirigente, assumo anch’ io la mia parte di responsabilità.

Ma ripeto: io guardo ancora al domani.

Pur essendo il mio animo angosciato, io guardo ancora all’avvenire del popolo italiano con speranza e con fiducia.
Riuscirà, questo popolo nostro, a rialzarsi. Riusciremo a rialzarci, italiane e italiani.

Perché io credo nel popolo italiano.

È un popolo generoso, laborioso, non chiede che lavoro, una casa e di poter curare la salute dei suoi cari.

Non chiede, quindi, il paradiso in terra. Chiede quello che dovrebbe avere ogni popolo, ogni popolo civile, ogni popolo che ha raggiunto un certo progresso, come lo ha raggiunto il popolo italiano.

Io credo nel popolo italiano.

Vedete, italiane e italiani, io ho fatto parecchi viaggi.
Ebbene, in tutte queste nazioni dove sono stato, io ho incontrato degli italiani, laggiù, che, purtroppo, hanno dovuto lasciare l’Italia per andare a trovare all’ estero il lavoro che non trovavano, qui, nel nostro paese.
Ho parlato con i dirigenti di quei paesi e questi dirigenti mi hanno fatto sempre le lodi dei nostri connazionali.
Hanno detto: sono dei lavoratori che amano lavorare, che amano la casa, che appena vengono qui cercano un posto di lavoro e cercano la casa [e], poi, il modo di poter educare e dare una cultura ai loro figlioli.
Abbiamo la lode degli stranieri e, talvolta, noi ci autoflagelliamo invece.
No, il nostro popolo non è superiore agli altri popoli ma non è neppure inferiore agli altri popoli .

Credo poi nei giovani, italiane e italiani.

[…]

Vi ripeto forse quello che ho detto l’anno scorso, dovete scusarmi: non armate la vostra mano, armate invece il vostro animo di un grande ideale e di una grande e vigorosa fede.
Ed allora continuate la vostra strada.
Ed io, che sono ormai al tramonto della mia vita, resterò sempre al vostro fianco, finche’ un anelito, finche’ un alito di vita mi animerà.

Resterò al vostro fianco per battermi con voi, per aiutarvi, per consigliarvi, ed alle vostre valide mani, giovani che mi ascoltate, noi anziani, ‘uti cursores’ [“come corrieri”, NDR] , consegniamo la bandiera della libertà, della giustizia sociale, della pace.

Perché voi la portiate sempre più avanti e sempre più in alto.

 

Sandro Pertini, Presidente della Repubblica Italiana, Discorso di fine anno, 31/12/1981
Il discorso originale è consultabile integralmente a questa pagina.

(Grazie a Maurizio Brera per averci fatto ripensare a un discorso così importante)

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